Fellini e amarcord: un omaggio a cinquant’anni dall’Oscar
Nell’orizzonte culturale di Rimini si apre una mostra straordinaria in onore di “Amarcord“, il capolavoro di Federico Fellini che il 8 aprile 1975 ottenne l’Oscar come miglior film straniero. In occasione del cinquantesimo anniversario di questo prestigioso riconoscimento, il Fellini Museum, in collaborazione con la ‘Fondation Fellini pour le cinéma’ di Sion, accoglie materiali inediti e documenti storici della pellicola simbolo del cinema italiano.
la mostra al fulgor: un viaggio nell’universo felliniano
Il cinema Fulgor, iconico luogo di esordio dei sogni di Fellini, si trasforma in uno spazio testimonianza del legame tra il maestro e la sua terra d’origine. Apre le sue porte il 8 aprile a una serie di eventi e mostre, offrendo ai visitatori un ingresso gratuito che diventa un viaggio nel tempo. Questo percorso espositivo si arricchisce di documenti mai esposti prima, come il trattamento originale del film intitolato ‘E bourg’, corredato da un dossier sulla fase di lavorazione e dalla scaletta del trailer originale. Attraverso questi materiali, i visitatori possono immergersi nel processo creativo e nella visione intima di Fellini durante la realizzazione di “Amarcord“.
Non è solo un’opportunità per vedere documenti storici, ma anche un invito ad esplorare la profondità e l’ingegno di Fellini, capace di catturare il quotidiano con un approccio poetico, intriso di note malinconiche e riflessive. La mostra si colloca come un momento di contemplazione sui tratti distintivi del cinema felliniano negli anni ’70, decennio che rappresenta una fase ricca di esplorazione culturale e artistica per il regista.
amarcord: il linguaggio della memoria
Il titolo “Amarcord” è diventato emblematico e riconoscibile, usato comunemente come sinonimo di nostalgia nei dizionari italiani. La scelta di questo termine non è stata casuale, ma il risultato di una scrupolosa collaborazione tra Fellini e il poeta Tonino Guerra. Inizialmente, diverse proposte di titoli erano state considerate, tra cui ‘Osciadlamadona’, che venne scartato, ‘Nteblig!’ troppo criptico, e ‘Viva l’Italia’, giudicato eccessivamente patriottico.
L’emergente “Amarcord“, derivato dal dialetto romagnolo e significante “io mi ricordo”, riassume in modo efficace la capacità del regista di materializzare memorie collettive e personali. Il processo creativo alla base di questo titolo riflette la volontà di evocare nostalgie intrinseche e ricordi universali, un’abilità peculiare che ha contraddistinto l’intera poetica cinematografica di Fellini, rendendolo un maestro in grado di parlare a intere generazioni.
dietro le quinte di un capolavoro: il ritorno dei documenti storici
L’esperienza della mostra si completa con l’apporto di documenti storici cruciali, provenienti dagli archivi della Fondation Fellini. Questi includono versioni dattiloscritte della sceneggiatura, ancora intitolata ‘Il borgo’, con contrassegni e annotazioni di collaboratori fidati di Fellini come Giuliano Geleng e Norma Giacchero. Grazie a queste donazioni, il pubblico ha l’opportunità di esplorare aspetti meno noti della produzione, offrendo nuove prospettive su come il film abbia preso forma fin dai primi stadi di sviluppo.
Durante questa settimana di celebrazioni, gli appassionati del cinema e della cultura italiana potranno non solo riflettere sulla creazione di “Amarcord“, ma anche riscoprire come Fellini abbia saputo ritrarre un’epoca con un linguaggio unico nel suo genere. L’iniziativa del Fellini Museum così opera non solo da custode del passato filmico, ma anche da ponte verso il futuro, celebrando opere che continuano a influenzare artisti e appassionati a livello globale.
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