Il festival MareDireFare esplora le sfide della crisi climatica negli oceani

Il cambiamento climatico sta avendo un impatto devastante sui mari e sugli oceani di tutto il mondo, alterando profondamente la biodiversità e minacciando l’ecosistema marino. Il festival MareDireFare è dedicato a esplorare queste tematiche critiche, raccontando il continuo mutamento delle acque attraverso eventi educativi e culturali. Questo evento, lanciato dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale insieme al Wwf Area Marina Protetta di Miramare, si inserisce nel contesto del Decennio delle Scienze Oceaniche, con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico sull’importanza di preservare la salute dei mari.

un’altra specie di mare: l’arte al servizio della scienza

Una delle iniziative principali del festival è la mostra “Un’altra specie di mare“, che può essere visitata fino al 16 aprile a Trieste, presso la Sala Veruda. Questa esposizione rappresenta un viaggio visivo attraverso le trasformazioni che il mare sta vivendo, in gran parte indotte dall’attività umana e dalla crisi climatica. L’esposizione si compone di 32 tavole create da otto talentuosi fumettisti italiani, selezionati tramite un concorso nazionale del 2024: Alessia Barilari, Letizia Depedri, Dario Grillotti, Laura Menis, Salvatore Mattera, Nicola Pertile, Andrea Polignani e Giulio Quarantotto.

Le opere esposte utilizzano le illustrazioni per raccontare storie di cambiamento, rendendo i complessi temi scientifici accessibili a un pubblico più ampio. La mostra non è solo un’esperienza artistica ma anche un’occasione per incrementare la coscienza della situazione attuale dei mari. I visitatori sono invitati a riflettere sulle gravi conseguenze del riscaldamento globale e sulle sfide ambientali che il nostro ecosistema marino sta affrontando. Attraverso l’arte, il pubblico è coinvolto in un dialogo che mira a stimolare la riflessione e l’azione collettiva verso una maggiore cura del nostro ambiente naturale.

il festival come piattaforma di scoperta e apprendimento

Oltre alla mostra, il festival MareDireFare offre un programma diversificato di eventi e conferenze che approfondiscono vari temi legati alla salute degli oceani. Questi incontri sono pensati per coinvolgere un pubblico eterogeneo, comprendente bambini e adulti, attraverso presentazioni di libri e letture interattive. Uno dei momenti centrali del festival sarà il 15 aprile, quando Andrea Spinelli, ricercatore della Fundación Oceanogràfic di Valencia, presenterà “Lo squalo nel piatto: chi è il vero predatore?”, basato su un documentario inedito intitolato “Shark preyed”. Questo evento offrirà l’opportunità di esplorare nuove prospettive sulla vita degli squali, mettendo in discussione il nostro ruolo di predatori nell’ecosistema oceanico.

In seguito, il 16 aprile, un incontro interattivo vedrà Florence Colleoni, glaciologa dell’Ogs, confrontarsi con il pubblico su questioni attuali come il riscaldamento degli oceani e i fenomeni meteorologici estremi. Queste discussioni, realizzate in collaborazione con il Trieste Science+Fiction Festival, propongono un dialogo aperto e stimolante, permettendo al pubblico di apprendere e discutere su temi critici per il futuro dell’ambiente marino.

un itinerario educativo attraverso il Friuli Venezia Giulia

Un altro significativo aspetto del festival MareDireFare è il suo approccio itinerante, che si estende oltre Trieste, abbracciando tutto il Friuli Venezia Giulia. Questa dimensione regionale permette di sensibilizzare in modo capillare le comunità locali riguardo ai problemi climatici e ambientali, offrendo opportunità di dialogo e educazione su questi temi cruciali. Attraverso una serie di eventi distribuiti sul territorio, il festival intende ampliare il coinvolgimento e promuovere una maggiore consapevolezza pubblica sull’importanza della conservazione dei mari.

Il festival MareDireFare si configura quindi come uno spazio di confronto e riflessione, un evento che mira a costruire una cultura di sostenibilità e rispetto nei confronti dell’ecosistema marino. Con la sua varietà di programmi e iniziative, rappresenta un importante contributo alla promozione di un cambiamento consapevole verso la salvaguardia dei nostri mari.

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