innovazione digitale per il rilancio delle aree italiane fragili: prospettive future

Ascoli Piceno è stata il palcoscenico di una significativa discussione sul ruolo crescente della digitalizzazione come catalizzatore di sviluppo per le aree vulnerabili, organizzata presso il Palazzo dei Capitani. Un evento che ha attirato l’attenzione a livello nazionale grazie alla presentazione di una ricerca della Fondazione Magna Carta, in cooperazione con Lutech S.p.A., intitolata “Il valore della trasformazione digitale per il rilancio socio-economico delle aree fragili”. Questo studio fornisce un’analisi dettagliata e in profondità delle fatiche e delle potenzialità per le regioni italiane più vulnerabili, con particolare attenzione al Centro Italia e alle zone colpite dal sisma del 2016.

potenziale della digitalizzazione nelle aree vulnerabili

Durante l’evento, la discussione si è concentrata sul ruolo fondamentale che la digitalizzazione può giocare nel rivitalizzare le regioni più fragili d’Italia. Figure di spicco come Maria Teresa Idone, ricercatrice dell’Osservatorio Aree Fragili FMC, e il presidente della Fondazione, Gaetano Quagliariello, hanno partecipato all’incontro, affiancati da rappresentanti istituzionali come il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, il commissario per la ricostruzione del sisma 2016 Guido Castelli e il sindaco di Ascoli Piceno, Marco Fioravanti. Durante il suo intervento, Idone ha illustrato come la trasformazione digitale possa offrire soluzioni efficaci per superare le criticità che affliggono queste zone, evidenziando al contempo le opportunità da cogliere.

Il focus dell’analisi è stato rivolto a problematiche di base che limitano lo sviluppo delle aree fragili, tra cui l’accesso ai servizi essenziali e le limitazioni nella connettività. Questi temi rappresentano il fulcro per ridurre il divario socio-economico tra le diverse regioni italiane. La ricerca propone lo sviluppo di progetti pilota che possano fungere da apripista per migliorare la resilienza locale e incrementare l’attrattività turistica. A questo scopo, l’adozione della digitalizzazione non dovrebbe solo migliorare i servizi esistenti ma anche facilitare la nascita di nuove iniziative economiche e comunitarie.

trasformazione digitale: una chiave per il futuro

Il processo di trasformazione digitale è visto come una leva essenziale per dare un nuovo impulso economico e sociale alle aree interne del Paese. Idone ha reso chiara l’importanza di spostare l’attenzione dalla mera analisi delle criticità a una pianificazione progettuale che valorizzi le potenzialità delle regioni fragili. Grazie alle infrastrutture adeguate e all’implementazione di tecnologie innovative, è possibile promuovere una crescita sostenibile e far fiorire comunità più resilienti.

La ricerca mette in luce come i territori che hanno una buona connessione infrastrutturale e tecnologica possano ambire a risultati ambiziosi. Costruire comunità “a prova di futuro” diventa pertanto un obiettivo raggiungibile, dove l’attrattiva di nuove imprese e il ripopolamento diventano realtà concrete. Tuttavia, per raggiungere questi obiettivi, sono necessarie scelte coraggiose e un nuovo patto tra cittadini, imprese e istituzioni politiche per sostenere gli investimenti e avviare iniziative locali in grado di generare cambiamenti durevoli e significativi.

una nuova alleanza per le aree fragili: collaborazione e coesione

La ricerca evidenzia come le aree fragili possano essere ripensate come nodi strategici all’interno di una rete più ampia e dinamica piuttosto che vederle unicamente come punti periferici rispetto ai centri urbani. Questo cambiamento di prospettiva suggerisce l’adozione di programmi di cooperazione territoriale che possano valorizzare le risorse locali e promuovere una maggiore coesione a livello sociale ed economico.

Maria Teresa Idone ha concluso il suo intervento sottolineando l’importanza di una azione determinata e incisiva per trasformare le idee in iniziative concrete. Solo attraverso una forte sinergia tra gli attori locali e nazionali sarà possibile superare le sfide complesse che caratterizzano le regioni trattate nello studio. In questo contesto, la capacità di eseguire e il tenace impegno nel perseguire obiettivi comuni rappresentano elementi cruciali per migliorare le condizioni di vita e di opportunità nelle aree più vulnerabili del Paese.

La giornata ad Ascoli Piceno segna quindi un momento fondamentale, evidenziando l’importanza di un impegno concertato per un futuro che permetta a ogni territorio di esprimere il proprio potenziale unico e di costruire opportunità sostanziali per le generazioni future.

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