Giacomo Ancillotto incanta il pubblico al Knulp con un’esperienza jazz ineguagliabile

Il concerto del giovane chitarrista Giacomo Ancillotto al Knulp ha regalato agli spettatori un’esperienza musicale senza pari, contraddistinta da un jazz intimo e coinvolgente. In compagnia del suo trio, composto da Paolo Papetti al basso e Alessandra D’Alessandro alla batteria, Ancillotto ha presentato diversi brani tratti dal suo debut album “Descansate Niño”, lanciato il 27 gennaio sotto l’etichetta Folderol. Questo progetto rappresenta un iter musicale unico, situato al confine tra composizione e improvvisazione, realizzato dopo anni di ricerca e sperimentazione sui vari aspetti della canzone.

un’apertura suggestiva con “via aurelia 253”

L’evento è iniziato con “Via Aurelia 253”, introducendo il pubblico a un paesaggio sonoro ricco di emozioni e profondità. La composizione, frutto della creatività di Giacomo Ancillotto, ha attratto immediatamente l’attenzione degli spettatori grazie alla melodia della chitarra elettrica che si fonde con ritmi avvolgenti. Questo magico incipit è stato seguito da “Igor Legàri”, un pezzo che ha mantenuto l’energia e l’attenzione ad alti livelli grazie alle sue strutturazioni ritmiche complesse e toni spigolosi.

Con l’esecuzione di “Flemma”, Ancillotto ha trasformato la musica in un racconto ricco di lentezza e introspezione, sottolineata da una struttura ritmica ipnotica. Questa capacità di catturare il pubblico è stata uno degli aspetti salienti della serata, confermando il concerto come uno degli appuntamenti musicali più attesi al Knulp.

tra originalità e reinterpretazioni: l’arte di ancillotto

La parte centrale della serata ha messo in luce la dimensione artistica di Ancillotto, oscillando tra composizioni personali e nuove letture di brani famosi. Un momento particolarmente significativo è stata la rivisitazione di “Se telefonando”, un celebre brano di Ennio Morricone. Questa versione essenziale ha evidenziato la capacità del chitarrista di reinterpretare classici con una sensibilità personale che ha saputo toccare corde emotive profonde nel pubblico.

Oltre a questo, la reinterpretazione di “Si no me moro”, originariamente di Gabriella Ferri, ha permesso alla chitarra di Ancillotto di esibire calde sonorità nostalgiche, interagendo in un dialogo musicale vivace con gli altri strumenti del trio. Il bassista Paolo Papetti ha eseguito un brillante assolo su una base ritmica quasi tribale, esemplificando la versatilità che caratterizza l’ensemble.

un finale in grande con un tocco di classico

Conclusasi con dieci brani in repertorio, la performance ha ricondotto il pubblico attraverso un viaggio musicale emozionante, culminando in un omaggio a Lou Reed. Il trio, rispondendo al richiamo degli applausi, ha chiuso il concerto con una rivisitazione della celebre “Perfect Day”. Questo pezzo ha consentito di portare alla ribalta l’inconfondibile stile di Ancillotto, mantenendosi fedele ai cicli ritmati che attraversano gran parte del suo album.

L’esibizione al Knulp ha ribadito il talento di Giacomo Ancillotto e del suo trio nel creare non solo brani originali ma anche nella rivisitazione di classici con una propria identità, tenendo sempre elevata l’attenzione del pubblico. Il mix di composizione e improvvisazione ha fatto sì che la serata fosse imperdibile per tutti gli appassionati del jazz, segnando un evento di grande rilevanza nel panorama musicale contemporaneo.

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