Progressi nella lotta al carcinoma mammario: ruolo chiave dei test genomici nella personalizzazione delle cure
L’utilizzo dei test genomici nel trattamento del carcinoma mammario ormonoresponsivo in fase iniziale rappresenta un notevole passo avanti sia nella riduzione delle chemioterapie inutili che nel contenimento dei costi per il sistema sanitario. I risultati di uno studio condotto da Altems sull’utilizzo del test Oncotype DX, presentati durante il convegno ‘Next Perspectives’ a Roma, evidenziano come questi test possano essere determinanti nella gestione delle risorse sanitarie.
impatto economico e sociale dei test genomici
L’introduzione del test Oncotype DX nel percorso terapeutico delle pazienti con carcinoma mammario sembra comportare considerevoli vantaggi economici per il sistema sanitario. Infatti, si stima che il costo per paziente possa passare da 2.106 a 906 euro, il che si traduce in un risparmio di circa 1.200 euro per ciascuna paziente. A livello nazionale, questo significa una riduzione da 53.517.836 euro a 23.044.420 euro, generando un risparmio complessivo di oltre 30 milioni di euro.
Questo risparmio permette non solo una migliore allocazione delle risorse, ma sottolinea anche l’importanza della personalizzazione delle terapie. La possibilità di identificare le pazienti che trarrebbero reale beneficio dalla chemioterapia, evitando trattamenti potenzialmente nocivi e inutili per le altre, rappresenta un progresso significativo nel campo della medicina personalizzata.
innovazioni presentate al convegno ‘Next Perspectives’
Durante il convegno tenutosi a Roma, organizzato dalla Foce, erano presenti oltre 100 specialisti del settore. Francesco Cognetti, presidente dell’associazione e responsabile scientifico del convegno, ha annunciato l’inclusione dei test genomici nei livelli essenziali di assistenza aggiornati, un passo fondamentale per garantire un accesso equo a strumenti diagnostici avanzati per circa 13.000 donne in Italia ogni anno.
La rilevanza di questa inclusione nei LEA è di fondamentale importanza in quanto contribuisce a democratizzare l’accesso a cure di alta qualità, minimizzando le disparità regionali nell’accesso a trattamenti innovativi e migliorando complessivamente la prognosi delle pazienti.
il valore clinico del test oncotype dx
Il test Oncotype DX svolge un ruolo cruciale nell’individuare la terapia più idonea per le pazienti affette da carcinoma mammario. Analizzando l’espressione genica, il test fornisce un profilo molecolare del tumore, permettendo di valutare l’effettiva necessità della chemioterapia. In Italia, circa il 70% dei 53.600 nuovi casi di tumore al seno presentano recettori ormonali positivi e recettori Her2-negativi, un gruppo eterogeneo per il quale l’analisi genomica offre maggiori informazioni sia prognostiche che terapeutiche.
L’accuratezza del test consente ai medici di compiere scelte terapeutiche più consapevoli, riducendo l’incidenza di trattamenti superflui che non solo rappresentano un carico economico per la sanità pubblica, ma comportano anche effetti collaterali evitabili per le pazienti.
sfide nell’accesso alle nuove metodologie diagnostiche
Nonostante i vantaggi evidenti, l’accesso ai test genomici per tutte le pazienti non è ancora una realtà consolidata. Molte donne non sono adeguatamente informate sulle potenzialità di questi test prima dell’inizio del loro percorso terapeutico. La sensibilizzazione e l’educazione, sia delle pazienti che del personale medico, risultano essenziali per guadagnare il massimo dai progressi offerti dal test Oncotype DX.
Nel 2024, si evidenzia che non tutte le pazienti eleggibili riceveranno il test, mettendo in luce la necessità di una diffusione capillare e uniforme delle informazioni e dei vantaggi legati all’impiego della genomica nell’oncologia moderna.
opinioni da parte degli esperti della genomica
Nel dibattito scientifico, sono stati molti i contributi di esperti che hanno ribadito l’importanza di evitare trattamenti non necessari. Fabio Puglisi, direttore dell’oncologia medica all’Irccs Centro di riferimento oncologico di Aviano, ha fatto presente come i farmaci chemioterapici possano avere impatti devastanti sulla fertilità delle giovani pazienti, aggiungendo un ulteriore motivo per considerare essenziale la personalizzazione dei trattamenti.
Riccardo Masetti, direttore della chirurgia senologica al Policlinico Gemelli di Roma, ha discusso dell’adozione crescente della chirurgia conservativa come standard nel trattamento del cancro al seno, e di come la genomica possa migliorare ulteriormente le decisioni cliniche, garantendo terapie più mirate e tempestive.
rafforzare le breast unit per un trattamento efficace
Le Breast Unit rappresentano un elemento di forza nel percorso terapeutico delle pazienti affette da carcinoma mammario. Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia, evidenzia come tali centri specializzati debbano garantire l’accesso a protocolli diagnostici e terapeutici avanzati, inclusi i test genomici, che risultano imprescindibili per una terapia personalizzata e adeguata.
Al miglioramento dell’efficienza di questi servizi è legata la possibilità per ogni donna di ricevere diagnosi e cure ottimali, integrando l’innovazione scientifica con un approccio umano e personalizzato nella lotta al cancro al seno.
Il progresso nel campo dei test genomici rappresenta un’autentica rivoluzione nella gestione del carcinoma mammario, migliorando l’efficacia delle terapie proposte e riducendo il fardello finanziario sulle spalle del sistema sanitario nazionale. La necessità di promuovere ulteriormente la ricerca in questi ambiti rimane una priorità per garantire l’accesso a cure cancerogene sempre più mirate e sostenibili a livello globale.
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