Incertezza e speranze per i lavoratori della Imr di Jesi nel settore automotive

I dipendenti della Imr di Jesi, situata nella provincia di Ancona, stanno vivendo un periodo di profonda incertezza a causa delle dinamiche del settore automotive. L’azienda ha recentemente dichiarato l’intenzione di reintegrare più dipendenti rispetto a quanto inizialmente previsto, ma le pressioni economiche dell’industria automobilistica stanno significativamente influenzando le decisioni aziendali. In questo contesto, sindacati e lavoratori cercano chiarezza e stabilità per il futuro.

il nuovo piano di reintegro

Durante una recente assemblea presso lo stabilimento Imr, l’azienda ha annunciato un piano di reintegro per 70 lavoratori nei prossimi tre anni, un incremento rispetto ai 65 previsti dall’iniziale strategia industriale. Questo cambiamento è emerso in un incontro che ha coinvolto attivamente i rappresentanti sindacali, fra aspettative positive e preoccupazioni latenti. Anche se il numero di nuove assunzioni è stato incrementato, la necessità di rivedere il piano di assunzioni del 2022 è stata ribadita dall’azienda, data la fluttuante crisi nel compartimento auto.

Il piano, che implica un progressivo ridimensionamento del personale da 91 a 65 dipendenti entro il 2027, non è stato accolto senza riserve. I sindacati hanno espresso forte discrepanza verso una tale strategia, interpretandola come una minaccia alla sicurezza occupazionale. Secondo le organizzazioni sindacali, questa linea d’azione non garantisce la completa ricollocazione degli ex dipendenti, molti dei quali facevano parte della precedente gestione sotto il marchio Caterpillar, che ha venduto il sito alla multinazionale della Brianza nel 2022.

reazioni sindacali e azioni dei lavoratori

Le reazioni delle principali sigle sindacali, tra cui Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, sono state immediate e determinanti. Dopo la riunione, è stato organizzato un presidio di lavoratori di fronte alla sede di Imr per manifestare la volontà di raggiungere il completo reintegro delle 91 unità di personale originali. Una caratteristica rimarcata dai sindacati è la recente attivazione delle procedure di mobilità che, a partire dal 2 aprile, coinvolgono 20 lavoratori. Le organizzazioni sindacali chiedono che queste uscite avvengano unicamente su base volontaria per preservare i diritti e la dignità del personale coinvolto.

In più, il pressing verso la realizzazione del piano di reindustrializzazione inizialmente concordato rimane costante. Tale progetto è considerato essenziale per garantire un ritorno occupazionale stabile per tutti i dipendenti precedentemente assunti da Caterpillar. La situazione alimenta conversazioni e timori su temi cruciali legati alla tenuta occupazionale e alla continuità aziendale di Imr.

dialogo e prospettive per l’imminente futuro

Il raffronto tra l’azienda e le parti sociali resta al centro dei prossimi sviluppi, con un incontro significativo programmato per il 28 aprile a Jesi. Durante questa nuova sessione di trattative, sarà essenziale discutere ulteriormente prospettive come un possibile prolungamento della cassa integrazione straordinaria per i dipendenti. La realizzazione di tale misura potrebbe portare anche a una richiesta di aumenti salariali per i lavoratori, quale protezione del loro sostentamento economico in un periodo ancora incerto.

La situazione della Imr di Jesi rappresenta un riflesso di una realtà più ampia e complessa che si svolge nel settore automotive. La volontà di confronto e uno spirito di contrattazione aperto potrebbero rivelarsi determinanti per giungere a una soluzione che bilanci le esigenze aziendali con quelle dei dipendenti, mantenendo vivo il tessuto occupazionale della regione.

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