Miela Reina: l’arte di una pioniera celebrata in una nuova monografia
L’arte di Miela Reina torna alla ribalta grazie alla pubblicazione di una nuova monografia intitolata “La nuova arte a Trieste”. Questo volume, facente parte della Collana d’Arte della Fondazione CRTrieste, è stato presentato in un evento al Ridotto del Teatro Verdi. La presentazione è stata guidata da Giorgia Gastaldon, ricercatrice specializzata in storia dell’arte contemporanea. L’opera è il risultato delle ricerche della studiosa Paola Bonifacio, che ha dedicato un’approfondita analisi alla vita e alle opere della pittrice triestina.
il contributo unico di miela reina all’arte italiana
Maria Francesca Reina, meglio conosciuta come Miela, ha lasciato un’impronta profonda nell’arte italiana degli anni ’50 e ’60, nonostante una carriera tragicamente breve. Nata nel 1935, Miela si è formata all’Accademia di Belle Arti di Venezia, un contesto ricco di stimoli dove ha intercettato e reinterpretato le correnti contemporanee del suo tempo. La sua ricerca artistica si è distinta per un approccio sperimentale e innovativo, nel quale simboli come cuori-bretzel e forbici erano metafore di trasformazione e dinamismo.
L’arte di Miela Reina non era fatta di staticità, ma di un dialogo continuo con la trasformazione dei materiali e delle idee. Questo approccio le ha permesso di sviluppare un linguaggio visivo unico, caratterizzato da una sintesi stilistica e da un’espressione immediata, che continua a comunicare intensamente anche a distanza di decenni. Sebbene sia scomparsa a soli 36 anni, il suo lascito creativo è tutt’oggi fonte di ispirazione per molti artisti contemporanei.
le iniziative artistiche e le collaborazioni di miela reina
Miela Reina non si limitò a produrre la propria arte, ma assunse un ruolo attivo nella promozione dell’arte contemporanea nella sua regione. In collaborazione con l’artista Enzo Cogno, fondò la galleria “La Cavana” a Trieste, uno spazio innovativo destinato a dare voce agli artisti emergenti. Questa galleria divenne un punto di convergenza per diverse correnti artistiche e un’arteria vitale per lo scambio culturale tra le regioni italiane e l’ex Jugoslavia.
Nel 1964, la fondazione del gruppo “Raccordosei” fu un’altra pietra miliare nella carriera di Miela. Questo collettivo, che includeva artisti come Caraian, Chersicla, Cogno, Palcic e Perizi, si impegnò nell’organizzazione di mostre e progetti collaborativi, estendendo la presenza dell’arte contemporanea friulana oltre i confini regionali. Il lavoro del gruppo “Raccordosei” ha rappresentato un potente meccanismo per incrementare la visibilità e l’inclusione dell’arte friulana nel più ampio panorama dell’arte italiana e internazionale.
la presentazione del libro e l’eredità duratura di miela
La nuova monografia su Miela Reina non è solo un tributo alla sua arte, ma anche un mezzo per riscoprire un pezzo fondamentale della storia culturale italiana. All’evento di presentazione hanno partecipato illustri esperti del settore, tra cui Francesco Peroni e Alessandro Del Puppo della Fondazione CRTrieste. Durante la discussione, i relatori hanno approfondito il significato e l’impatto della produzione artistica di Miela, celebrandone l’originalità e l’importanza storica.
Progetti editoriali come questo sono fondamentali per mantenere viva la memoria di artisti che, come Miela, hanno avuto un impatto definitorio e trasformativo. La sua influenza continua a crescere, non solo ispirando nuove generazioni di artisti, ma anche stimolando un maggiore apprezzamento per l’arte contemporanea italiana nel suo complesso. La pubblicazione della monografia è un momento celebrativo che esalta il valore culturale delle opere di Miela, riaffermando la sua posizione di rilievo nel panorama artistico nazionale.
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