nuovo codice Ateco 2025: riflessioni su legalità e riconoscimento delle professioni sessuali

Il recente aggiornamento dell’Istat sulla classificazione delle attività economiche nella categoria Ateco 2025 ha generato dibattito su un tema complesso e controverso: la regolamentazione delle professioni sessuali, come escort e prostitute. Questo cambiamento introduce nuove questioni legate alla legalità e al riconoscimento ufficiale di queste occupazioni, storicamente marginalizzate. Si discute così su diritti e doveri degli operatori del settore.

il codice 96.99.92 e la sua possibile interpretazione

L’Istat, nella sua ultima revisione dell’elenco delle attività economiche, ha inserito il codice 96.99.92, ufficialmente dedicato alle agenzie matrimoniali e agli eventi di speed dating. Tuttavia, questo codice ha destato speculazioni sulla possibilità di includere anche le escort e le prostitute, categorie che da sempre navigano tra restrizioni legali e mancato riconoscimento. Alcuni osservatori suggeriscono che queste professioni potrebbero iscriversi alla Camera di commercio sfruttando tale codice, anche se permangono incertezze sia giuridiche che socioculturali.

La complessità del tema è accentuata dalla mancanza di dati ufficiali e dalla difficile tracciabilità di queste professioni. Qualsiasi tentativo di regolamentazione avrà implicazioni dirette su visibilità e riconoscimento dei diritti di lavoratori spesso in condizioni di vulnerabilità economica e sociale. L’idea di un riconoscimento formale attraverso i codici Ateco fa sorgere domande sulla possibilità di promuovere una tutela reale e il riconoscimento di una professione tradizionalmente stigmatizzata.

le implicazioni della classificazione europea

Al cuore delle polemiche vi è l’inclusione del codice 96.99Altre attività di servizi alla persona non classificabili altrove” nell’ambito di Ateco 2025, sulla base della categorizzazione europea Nace Rev. 2.1. Per la prima volta, viene esplicitamente indicata la possibilità di riconoscere la fornitura e organizzazione di servizi sessuali, nonché l’organizzazione di eventi legati alla prostituzione.

Tale apertura ha generato una certa apprensione pubblica e istituzionale, dato che i ‘servizi sessuali’ potrebbero abbracciare attività legali e illegali. Sebbene la classificazione europea sembri senza confini, l’Istat ha voluto chiarire che la sua applicazione in Italia coinvolgerà solo attività che rispettano le leggi vigenti. Ciò indica che, pur essendo oggetto di un riconoscimento ufficiale, l’applicazione concreta nel contesto nazionale continuerà a escludere pratiche che si pongono fuori dai margini della legalità.

la posizione dell’Istat sulla legalità e il suo ruolo

Nel delicato ambito delle classificazioni economiche, l’Istat riveste un ruolo cruciale nel garantire un sistema complesso e coerente che serva la comunità statistica, senza trascurare i dettagli legali locali. Sebbene la classificazione comunitaria comprenda attività legali e illegali per fini statistici, l’Istat ha reso noto che le attività economiche illegali, come la prostituzione non regolamentata, saranno conteggiate esclusivamente attraverso stime indirette nei conti nazionali.

Questa metodologia riflette un approccio pragmatico: da un lato, si forniscono dati comparabili tra le economie degli Stati membri dell’Unione Europea; dall’altro, non si desidera legittimare pratiche fuori legge. Ciò solleva l’urgente necessità di riflettere sul futuro delle professioni legate al sesso in Italia e su regolamentazioni che possano garantirne la legalità, protezione e dignità.

Questo aggiornamento della classificazione ATECO sottolinea l’importanza di una riflessione approfondita e responsabile da parte delle autorità competenti, al fine di equilibrare tutela dei lavoratori, rispetto delle normative e accettazione sociale di un settore che, malgrado le controversie, continua ad esistere e a evolversi.

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